Un nuovo inizio…
È il 29 giugno 1965, giorno di San Pietro e Paolo, patrono di Roncobello, quando Rosa e Tarcisio Barbanti aprono ufficialmente l’allora Hotel di Milano, un due stelle con ristorante e ben 32 camere. Nel 1992 lasciano la gestione al figlio Luciano e a sua moglie Maria, che decidono di rinnovare l’albergo alzandolo di livello e facendolo diventare un 3 stelle. Fino al 2016, l’anno della svolta: l’hotel viene completamente rinnovato nell’aspetto e nel concetto, con un nuovo nome – Orobie Alps Resort, in nome dell’amore per il territorio delle Orobie – con nuove camere suite, un nuovo stile, una nuova sala ristorante e un moderno centro benessere.
Artefice di questa trasformazione radicale è Paolo, la terza generazione della famiglia Barbanti, che dopo aver lavorato per una decina d’anni per una famosa catena alberghiera, decide di lanciarsi in un’ambiziosa sfida con la fidanzata Katia: far diventare l’Orobie Alps Resort una struttura di eccellenza.
L’hotel riapre a settembre 2016 con un look tutto nuovo:
le camere sono ampliate, rinnovate e adeguate agli standard moderni, l’atmosfera è calda e accogliente, lo stile e i dettagli in perfetto stile montano, con elementi naturali tipici del territorio, come il legno, la pietra e il ferro. Oltre alle classiche camere standard e superior nascono moderne e accoglienti Junior Suite tutte in legno, romantiche e curatissime, che offrono ambienti generosi negli spazi, con ampio spazio giorno e zona notte e tanti comodi servizi.
L’intento è quello di creare un vero e proprio resort di montagna che sappia coccolare con tutti i comfort della modernità senza dimenticarsi della tradizione e delle proprie radici.
L’obbiettivo è oggi pienamente riuscito, anche grazie a un raffinato centro benessere con sauna, bagno turco, docce emozionali e sala relax con vista sulle montagne, anche prenotabile in esclusiva, con massaggi, trattamenti e sedute di yoga a disposizione, e, ciliegina sulla torta, il ristorante Al Vecchio Larice che sta facendo parlare parecchio di sé: i piatti sono quelli della tradizione, ma reinterpretati con un estro originale e creativo. Capisaldi del menù la pasta fresca e ripiena tirata in casa, la polenta classica o taragna servita nel paiolino di rame appeso sullo scaldino, i funghi e la selvaggina, i formaggi e i salumi della valle selezionati con cura, fino ai dolci fatti in casa.
A distanza di due anni il bilancio dell’Orobie Alps Resort è più che positivo, il certificato di eccellenza di Tripadvisor e le recensioni entusiastiche degli ospiti parlano da sé).
Ne abbiamo approfittato per chiedere a Paolo Barbanti, il titolare della struttura, di raccontarci di persona cosa gli sta regalando questa avventura e quali sono i suoi prossimi obbiettivi professionali.
Due chiacchere con Paolo, titolare dell’Orobie Alps Resort
- Cosa ti piace di più fare del tuo lavoro?
Avere il piacere di offrire ai miei Ospiti il miglior servizio, il miglior prodotto ed una fantastica esperienza sapendo che ci abbiamo messo il massimo del nostro impegno per arrivare a questo e vedere che ciò che facciamo viene apprezzato e goduto appieno. Non c’è miglior cosa che salutare un cliente sapendo che non vede l’ora di tornare!
- Hai scelto questo lavoro perché già avevi in mente di portare avanti l’attività di famiglia?
Direi proprio di no, la scelta è ricaduta dopo una lunga gavetta durata più di dieci anni al di fuori dell’attività di famiglia. Solo dopo ho scelto di portare avanti ciò che i nonni avevano costruito, i genitori migliorato e io oggi di nuovo rivoluzionato.
- Ci racconti qualcosa sul tuo carattere? Quali sono i tuoi punti di forza?
Nella vita come nel lavoro sono una persona sincera e penso sempre che quello che semino un giorno raccoglierò, nel bene e nel male. In questo lavoro la mia famiglia è stato il mio punto di forza. È grazie a loro se oggi siamo arrivati sin qui. Cerco di temermi stretto chi a me è più vicino, mi dà fiducia e mi sostiene anche laddove sbaglio.
- Quali sono i problemi più importanti che ti trovi ad affrontare nel tuo lavoro?
Uno degli aspetti più importanti in questo lavoro è sicuramente saper gestire e ponderare scelte e decisioni a volte drastiche, ma necessarie per ottenere buoni risultati.
- Cosa ne pensi dello stato del turismo a Bergamo? E del turismo in Val Brembana? Si potrebbe fare di più e meglio?
Per il momento mi limito a fare bene il mio lavoro e so che questo nel nostro piccolo sta comunque giocando un ruolo importante a livello di immagine territoriale, facendo arrivare il nome “Orobie” anche oltre i confini nazionali. Per il resto a livello locale/regionale c’è ancora molto da lavorare. Giustamente il focus è puntato su grandi eventi cittadini e location ben più note dove i numeri sono completamente diversi rispetto ai nostri paesini montani. Le cose per noi difficilmente avranno una svolta se il sistema turismo a livello regionale non cambierà.
- Sei soddisfatto degli obbiettivi professionali che hai raggiunto finora?
Direi proprio di sì! Una delle cose talvolta più difficili è far coincidere obbiettivi professionali con obbiettivi di vita personali. Per ora le cose stanno andando bene, io e Katia siamo anche diventati genitori di una splendida bimba e questo ci dà ancora più forza ed energia per fare ancora meglio il nostro lavoro.
- Quali sono i tuoi prossimi obiettivi professionali?
Vorrei vedere almeno per quanto riguarda il nostro paese un sistema di accoglienza e organizzazione turistica ben organizzato e funzionale alle esigenze del turismo di oggi che sono ben diverse da quelle a cui eravamo abituati 20/30 anni fa, quando non si parlava di turismo ma di villeggiatura.
- A cosa ti fanno pensare le parole “turismo” e “innovazione”?
Forse proprio a questo ovvero, creare nuovi modi di offrire esperienze e servizi in un settore che si può ritenere radicato nella nostra storia e nella nostra cultura.
Storie di turismo è un format di Turismo & Innovazione.
Copywriting: Claudia Moreschi
Team Manager: Alessandro De Ponti