Giovani Orme, una cooperativa per la valorizzazione del territorio attraverso il turismo esperienziale e il genius loci
Leggendo la loro presentazione non si può che rimanere incuriositi da questa cooperativa della Valle Imagna, frutto di un percorso di cittadinanza attiva, avviato nel 2009 dal Comune di Corna Imagna insieme ad un gruppo di giovani del paese. Si tratta della cooperativa Giovani Orme. Nata riunendo 17 giovani della valle, è oggi portata avanti prevalentemente da 5 di loro che dedicano quasi tutto il loro tempo alle attività della cooperativa legate al turismo e al territorio.
Le Giovani Orme si presentano
“Siamo in cinque impiegati quasi a tempo pieno: tra ostello, campeggio, bar, attività e laboratori. Gli altri hanno limitato la loro presenza per impegni di lavoro o di famiglia, ma in questi anni non hanno mai fatto mancare il loro sostegno e incoraggiamento”: cominciano così Stefano Invernizzi, presidente della Cooperativa Giovani Orme e Cinzia Invernizzi, decana della cooperativa.
“Quando siamo partiti eravamo tutti giovanissimi, poco più che adolescenti. Volevamo fare qualcosa per il nostro territorio, valorizzare una valle bellissima che rischia e rischiava di spopolarsi”. Come? La ricetta è semplice, ma allo stesso tempo difficilissima “portando iniziative e anche lavoro. In questi anni siamo passati da organizzare attività prevalentemente aggregative ad azioni che coniugassero il forte legame col territorio e la volontà di creare lavoro”.
Questo è dunque il punto di partenza…
Si, un punto importante perché questo ci ha dato l’opportunità di avvicinare e coinvolgere le persone della Valle Imagna in un percorso di valorizzazione del territorio e di proporre un bouquet di iniziative per quei turisti che oggi vogliono immergersi nei luoghi e viverli in modo totale. In questo siamo anche stati aiutati dalla gente della Valle Imagna che ha creduto in noi e nella nostra missione: valorizzare la valle facendola diventare un luogo ospitale dove il turismo esperienziale fosse possibile.
Abbiamo studiato progetti e portato idee che si sono rivelate vincenti. Ci siamo autofinanziati quando possibile, abbiamo attivato partnership con le istituzioni del territorio, abbiamo risposto a Bandi della Comunità Montana. Abbiamo coinvolto le attività già presenti in valle: apicoltori, allevatori, produttori di formaggio, aziende agricole…
Come avete fatto per valorizzare la valle?
Abbiamo sfruttato quello che il nostro territorio, la Valle Imagna offre: la natura e la tradizione. Abbiamo studiato dei progetti legati appunto alla natura e alle attività delle persone della valle. Abbiamo fatto in modo che questa natura non fosse qualcosa da depredare, ma motivo di aggregazione, di valorizzazione e di conoscenza del territorio. La parola d’ordine era utilizzo consapevole delle risorse naturale e turismo esperienziale.
Cosa avete organizzato per il turismo esperienziale?
Seguendo il percorso di rilancio della castanicoltura promosso dal Comune di Corna Imagna ci eravamo resi conto che la coltivazione delle castagne poteva diventare il motore di moltissimi progetti e iniziative per il turismo, passando dall’agricoltura e dalla didattica. Quando la cooperativa ha avuto l’opportunità di prendere in gestione un appezzamento di terreno in prossimità dell’ostello, abbiamo pensato di attrezzarlo per farlo diventare un luogo dove grandi e piccini potessero immergersi nella natura e conoscere alcuni dei lavori che l’uomo vi svolge: la gestione del bosco, la coltivazione delle castagne e, grazie alla collaborazione con l’apicoltrice Milena Zarbà, anche l’allevamento delle api.
Abbiamo organizzato attività didattiche e ricreative relative ai temi del castagno, del bosco e delle api, elementi fondamentali della tradizione agricola della Valle Imagna. In questo modo siamo arrivati ai bambini delle scuole dell’infanzia e primaria attraverso laboratori.
Questo ci ha dato la possibilità di diventare un punto di riferimento e di poter attivare quelle sinergie necessarie per portare turisti in valle, organizzando non solo le passeggiate didattiche, ma anche la festa della castagna e delle castagnate “controllate”, dove i visitatori della Valle vengono a far castagne pagando le castagne che trovano e che si portano a casa.
Non saranno stati contenti di pagare le castagne…
All’inizio forse, ma quando abbiamo spiegato che i castagneti sono privati e che con i loro soldi si contribuiva a tenere viva la valle, a sistemare i boschi e a provvedere alla sicurezza delle loro passeggiate nella natura, hanno tutti capito e apprezzato.
Dicevate di un Ostello…
Si. Abbiamo in gestione un Ostello, che era una vecchia scuola: l’abbiamo sistemata e l’abbiamo fatta diventare un ostello dove si fermano persone di passaggio, famiglie, gruppi. Era una scommessa ma ci sentiamo di dire che è andata meglio di quello che avremmo mai sperato. Se oggi Castagne, bosco e api sono i tre pilastri del nostro progetto, l’Ostello è un tassello imprescindibile e si accolgono i visitatori e dove si svolgono i laboratori.
A cui si aggiunge (COVID permettendo) il Campeggio che oggi stiamo finendo di sistemare con grandi sacrifici. Abbiamo grandi progetti per questo Campeggio perché ci offre l’opportunità di accogliere turisti di passaggio, ma anche gruppi che hanno voglia di fare esperienze uniche nella natura. E non parliamo solo di oratori, scout e scuole, ma anche di gruppi spontanei e famiglie che vogliono fare una vacanza immersi nella natura. O fare nuove esperienze, come ad esempio provare la loro prima vacanza in tenda. Avremmo proposto anche quest’anno delle attività davvero carine, perfette per tutti: la prima notte in tenda, la prima volta davanti al fuoco, la cena tutti insieme. Oggi queste attività, rimangono in stand by per via dell’emergenza sanitaria fino a quando non avremo delle indicazioni chiare su come gestire i nostri ospiti. Ma non molliamo: l’apertura è solo rimandata.
Come hanno partecipato le persone della Valle Imagna?
Ci hanno sempre sostenuto: sia le amministrazioni (il Comune di Corna Imagna in primis) che i privati. Un esempio recentissimo, ma che ci piace raccontare, è il Bar che abbiamo iniziato a gestire lo scorso anno. Era un bar a conduzione familiare ormai chiuso: la famiglia aveva cessato l’attività e non era riuscita ad affittarlo. Noi abbiamo parlato con i proprietari e loro, pur di non vederlo fermo, ce l’hanno concesso ad uso gratuito. Anche questa è stata una scommessa, ma una scommessa vinta. Volevamo ampliare l’offerta di attività dedicate non solo alle persone della valle, ma anche ai turisti che ogni estate raggiungono le seconde case o i B&B della zona. In poco tempo è tornato ad essere un punto aggregativo importante per il territorio per tutte le fasce d’età: giovani e meno giovani. Grazie alla terrazza che abbiamo sistemato, siamo riusciti a organizzare serate a tema, piccoli eventi che hanno richiamato ogni settimana diverse famiglie. Abbiamo anche organizzato un piccolo Mercato Agricolo, dove acquistare formaggi, verdure, uova.
Per noi era importante fare in modo che la nostra gente e i villeggianti trovassero un motivo per uscire e per godersi quello che il paese offriva.
Quali altre iniziative avete organizzato?
Le iniziative negli anni sono state davvero tantissime. Mi viene in mente la Casa dei Semi (anche questa ferma per via del Coronavirus, ndr) un luogo dove scambiarsi i semi, oppure il Corso di Muretti a Secco durante il quale abbiamo insegnato l’antica arte di costruire i muretti a secco diventata Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Oppure, per le signore, abbiamo organizzato corsi di tricotage (lavoro a maglia) o di realizzazione dei cesti con le tecniche della tradizione della Valle. Sperimentiamo. Alcune cose vanno bene, altre molto bene, altre sono da migliorare. Noi siamo sempre in movimento con le idee.
Quali sono i valori che caratterizzano la cooperativa Giovani Orme?
In ascolto del territorio. Aperti al mondo. Attenti al territorio. Vicini alle persone. Coinvolgenti. Tutto questo lo troviamo in ogni attività che facciamo.
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Team Manager: Alessandro De Ponti